martedì 5 aprile 2016

Archeologia Personale

Quello che tu sei sotto la buccia delle abitudini resta lì. Non te ne liberi, è solo in una zona d'ombra sommersa. Operare un lavoro su di te è un tuffo in quella zona d'ombra. I reperti di chi sei escono dalla sabbia piano piano, uno ad uno. Vanno riportati in superficie, alla luce, ripuliti.
Non ti rendi mai davvero conto di cosa ci può essere ancora sepolto là sotto. Potrai stancarti di nuotare, e ti fermerai. Rischierai più volte di annegare. Dovrai fare attenzione agli squali, che ci sono anche quelli capaci di scivolare in acque basse, e stanno nascosti e te ne accorgi quando sono lì, tanto vicini da sentire l'odore della tua paura.
Ma laggiù ci tornerai sempre, fino a quando il tuo lavoro non sarà finito. Ci tornerai perchè piano piano, tra la stanchezza e l'aria che manca, liberata dalle alghe, una città intera inizia a prendere forma.
E ci tornerai soprattutto perchè quella città che stai liberando, sei Tu.




Sigur Ròs: Sæglópur