venerdì 28 maggio 2021

Di Sbagli e di Vita

Curioso come, a distanza di vent'anni, chi mi diceva che non avevo talento, che non ce l'avrei mai fatta, sia stato costretto ad abbandonare i propri progetti di vita.

Sfortuna? Carenza di cosa? Di talento? Di coraggio? Di conoscenza di Sé?
Io non giudico.

Rancore invece un poco ne porto, non tanto nei confronti delle persone; quanto invece nei confronti dei ricordi, delle ingiustizie ricevute e del mio senso perenne di colpevolezza nei confronti di qualcosa. Nei confronti del mio avere abbassato troppo spesso la testa, che ancora adesso, a distanza di anni, non riesco a sollevare completamente. Dolore neuropatico che si propaga dal collo alla pianta dei piedi. Regalo della mia artrite reumatoide, retaggio per metà genetico e per metà caratteriale.

Poi penso che alla fine siamo tutti sulla stessa barca, quella Umana. E sbagliamo. Perchè la maledizione dell'essere umani è dover sbagliare per vivere. Se non sbagli, non vivi.
 
Io non ho voglia di sopravvivere di rancori. Perchè di rancori non si vive, si sopravvive a malapena.
Ho voglia di riempirmi gli occhi di orizzonti, paesaggi e possibilità. Di mangiarmi albe mozzafiato con le nebbie che salgono dal Po. Di vedere strati di nuvole dall'alto, di contare i giorni che mancano tra me e il mio prossimo sogno che sa di progetto.
 
E per vedere, assaporare, sentire, toccare, annusare tutte queste cose, non puoi farti distrarre dal rancore. 
Io voglio volere.
Sì. La rinuncia al rancore, in fondo, è un atto egoistico.
Un egoismo che fa bene alla vita.


Buck Tick: Märchen