♫ Magna Carta Cartel: That It is Already Too Late to Leave
"La vita e la morte sono un enigma che, unite ad un altro enigma che gli si confà, trovano un senso."
giovedì 31 marzo 2016
Dei Complotti e di ciò che Siamo
Quando tutto l'universo complotta per farti andare in una certa
direzione, sei costretto ad assecondarlo. Non possiamo fare altro
che diventare ciò che siamo.
lunedì 28 marzo 2016
Del Dire e del Dare
Nei quadri di Antonio Ligabue c’è qualcosa che se ne frega
della pelle, ti afferra lo stomaco e se lo stringe tra le mani.
E’ furore. Negli occhi e nei colori. Senza scomodare il fauvismo.
Lo vedi soprattutto nei suoi animali.
La povertà e il fango delle rive del Po. Una terra dove la
gente ancora distribuisce legnate come il 3x2 pentole antiaderenti al Conad. Mi
viene in mente lo sceneggiato della Rai, che si apre con lui che vogliono
metterlo in un ospizio, e Ligabue che se ne va, perché non è mica vecchio, lui.
-Diventerai vecchio anche te!
-Neeeein.
Poi arrivano una scena di caccia, una di pesca.
Ecco, ci siamo.
Gli animali e la morte. La lotta per la sopravvienza.
Il furore perché la vita raramente è giusta. Per la fame, per il freddo.
I matti mica si
rassegnano, sennò sarebbero persone normali.
Mi raccontava una mia insegnante che sua nonna aveva spesso
dato un piatto di minestra ad Antonio, che non avendo denaro pagava con i suoi
quadri. E lei li rifiutava sempre, perché sapeva che se si fosse privato anche
di quelli, Ligabue non avrebbe avuto nulla da offrire in cambio a tutti quegli altri che sanno fare bene i conti tra il dire e il dare.
A pochi metri dalla mia casa mantovana, c’è questa cascina
qua. Nel mezzo della golena, vicino al “bugno” circondato dai pioppi.
Ieri sono andata a farci un giro. Non ci arrivi tanto più
giù da questo punto, perché le “rase” si sono prese la strada e si stanno appropriando piano piano anche della casa. Si mangiano via tutto, dai portoni di legno alle colonne di marmo del portico, agli scuri sulla facciata.
Quando ero piccola, nel 1977, qua ci hanno girato alcune
scene di “Ligabue”. Ricordo vagamente di esserci stata con mia madre e mia
sorella. Sull’argine, a rigorosa distanza per non disturbare. Proprio in quel punto
dello spazio e del tempo quando Sabbioni aveva due stalle, tre bar, tre negozi
di alimentari e perfino il benzinaio. In quel periodo della storia in cui tutto
era chiaro e senza sbavature.
Ligabue c’era di casa qui. Nello sceneggiato RAI del 1977,
forse anche nella vita.
Ieri c’era di sicuro. Perché aveva ragione: lui, vecchio,
non ci è mica diventato.
Lui è diventato immortale.
♫ Magna Carta Cartel: This Time
venerdì 25 marzo 2016
Ceci n'est pas Don Quixote
Quando ammetti di combattere i mulini a vento, sai che i giganti stanno da un'altra parte.
♫ Susan Boyle: Mad World
giovedì 24 marzo 2016
Danza Macabra
"Mentre accordava il violino aveva avvertito di nuovo quell’odore di acqua stagnante del sogno, poi
qualcosa aveva distolto la sua attenzione. Un movimento veloce e aggraziato, a poca distanza da lui. Aveva sollevato lo sguardo e aveva visto.
Di fronte a sé, sospesa nello spazio vuoto sopra gli altri musicisti, l’immagine evanescente di uno
scheletro volteggiava eseguendo i movimenti ritmici della Danza Macabra, in una grottesca nevicata di perfetti, meravigliosi cristalli di neve. Non ne era rimasto stupito, né spaventato.
Osservava stordito, con distaccata curiosità, le evoluzioni di quella figura come se fosse qualcosa di
conosciuto e inevitabile.
Aveva rigirato il corpo del violino tra le mani, ipnotizzato dai passi dello scheletro, e aveva appoggiato la guancia allo strumento. Si era accorto in quel momento che le dita della sua mano sinistra erano insensibili e rifiutavano di muoversi sul manico con la consueta agilità. Anche la mano destra era meno sicura del solito: l’archetto tremava impercettibilmente, a pochi millimetri di distanza dalle corde."
Tratto da "Danza Macabra", il mio racconto che potete trovare su Alia Evo 2.0
Inutile sottolineare, ma lo farò ugualmente, quanto mi renda orgogliosa l'onore di trovare un mio racconto assieme ad autori del calibro di Danilo Arona, Vittorio Catani, Consolata Lanza (una delle migliori autrici italiane, a mio modesto parere) e tutti gli altri. Mi auguro di essere all'altezza della qualità del lavoro di voi tutti.
qualcosa aveva distolto la sua attenzione. Un movimento veloce e aggraziato, a poca distanza da lui. Aveva sollevato lo sguardo e aveva visto.
Di fronte a sé, sospesa nello spazio vuoto sopra gli altri musicisti, l’immagine evanescente di uno
scheletro volteggiava eseguendo i movimenti ritmici della Danza Macabra, in una grottesca nevicata di perfetti, meravigliosi cristalli di neve. Non ne era rimasto stupito, né spaventato.
Osservava stordito, con distaccata curiosità, le evoluzioni di quella figura come se fosse qualcosa di
conosciuto e inevitabile.
Aveva rigirato il corpo del violino tra le mani, ipnotizzato dai passi dello scheletro, e aveva appoggiato la guancia allo strumento. Si era accorto in quel momento che le dita della sua mano sinistra erano insensibili e rifiutavano di muoversi sul manico con la consueta agilità. Anche la mano destra era meno sicura del solito: l’archetto tremava impercettibilmente, a pochi millimetri di distanza dalle corde."
Tratto da "Danza Macabra", il mio racconto che potete trovare su Alia Evo 2.0
Inutile sottolineare, ma lo farò ugualmente, quanto mi renda orgogliosa l'onore di trovare un mio racconto assieme ad autori del calibro di Danilo Arona, Vittorio Catani, Consolata Lanza (una delle migliori autrici italiane, a mio modesto parere) e tutti gli altri. Mi auguro di essere all'altezza della qualità del lavoro di voi tutti.
mercoledì 23 marzo 2016
Bruxelles
Sui fatti di Bruxelles io ho deciso forse vigliaccamente per il
silenzio. Ieri sera ne ho parlato con un amico, e non trovavo nulla da
dire. Sono eventi che mi paralizzano i penseri allo stesso modo in cui
anni fa una coda di ricurarizzazione mi aveva paralizzato muscoli e polmoni. E'
quella, la sensazione che ho. E non ho nient'altro da dire.
♫ Mozart: Lacrimosa
lunedì 21 marzo 2016
Deepcon 17: The Day After
Il giorno dopo una Deepcon si resta sempre sopraffatti dagli eventi.
Ho conosciuto finalmente persone con le quali ho interagito fino ad ora solo attraverso i social, ne ho conosciute altre che sono state gli eroi della mia infanzia come Walter Koenig, il "Signor Chekov" di Star Trek, un Signore nel senso più profondo del termine: grande ironia, grande umanità e un'umiltà che colpisce e che, per come la penso io, lascia trasparire il valore più autentico della persona dietro al personaggio. La presenza di Ken MacLeod non è stata meno importante, e altrettanto interessante.
Ho rivisto gli amici dell'anno scorso, alcuni dei quali sono quei "loschi figuri" con i quali stiamo progettando cose sul serio "dell'altro mondo" per l'anno prossimo. Ho conosciuto anche persone nuove, e con alcune vorrei davvero che si possa condividere in futuro una bella amicizia.
Più che altro riporto con me questo, la voglia di tornare l'anno prossimo e un panel che ha fatto ridere le persone che mi hanno concesso l'onore e il privilegio della loro presenza in sala, per ascoltarmi. Vi ringrazio tutti: tutti voi che avete voluto trovare il tempo per ascoltare me e Flora Staglianò, i miei racconti e quelli di Fabiana Redivo, che per problemi familiari non è potuta intervenire. Mi auguro di essere riuscita a valorizzare in maniera ottimale il suo Lavoro.
Grazie a tutti e a Dario de Judicibus che ha scattato questa bellissima foto del mio panel, e che mi ha gentilmente permesso di poterla utilizzare. Ci vediamo il prossimo anno.
Ho conosciuto finalmente persone con le quali ho interagito fino ad ora solo attraverso i social, ne ho conosciute altre che sono state gli eroi della mia infanzia come Walter Koenig, il "Signor Chekov" di Star Trek, un Signore nel senso più profondo del termine: grande ironia, grande umanità e un'umiltà che colpisce e che, per come la penso io, lascia trasparire il valore più autentico della persona dietro al personaggio. La presenza di Ken MacLeod non è stata meno importante, e altrettanto interessante.
Ho rivisto gli amici dell'anno scorso, alcuni dei quali sono quei "loschi figuri" con i quali stiamo progettando cose sul serio "dell'altro mondo" per l'anno prossimo. Ho conosciuto anche persone nuove, e con alcune vorrei davvero che si possa condividere in futuro una bella amicizia.
Più che altro riporto con me questo, la voglia di tornare l'anno prossimo e un panel che ha fatto ridere le persone che mi hanno concesso l'onore e il privilegio della loro presenza in sala, per ascoltarmi. Vi ringrazio tutti: tutti voi che avete voluto trovare il tempo per ascoltare me e Flora Staglianò, i miei racconti e quelli di Fabiana Redivo, che per problemi familiari non è potuta intervenire. Mi auguro di essere riuscita a valorizzare in maniera ottimale il suo Lavoro.
Grazie a tutti e a Dario de Judicibus che ha scattato questa bellissima foto del mio panel, e che mi ha gentilmente permesso di poterla utilizzare. Ci vediamo il prossimo anno.
♫ Ghost: Spirit
domenica 13 marzo 2016
Deepcon 17
Se dieci anni fa mi avessero detto che avrei presentato un panel sull'incontro tra scrittura fantastica e ironia, assieme Fabiana Redivo, alla Deepcon 17, cioè in un evento in cui saranno presenti ospiti come Walter Koenig e Ken MacLeod, non ci avrei creduto. E invece accadrà anche questo. E' bene tenere sempre pronto un angolo per l'Impossibile.
Quindi, se volete fare quattro chiacchiere con me e Fabiana, ci troverete qui.
A sabato.
Quindi, se volete fare quattro chiacchiere con me e Fabiana, ci troverete qui.
A sabato.
♫ Deathstars: Syndrome
giovedì 10 marzo 2016
Freedom
"La libertà non è altro che la possibilità di essere migliori."
- Albert Camus
♫ Project Pitchfork: Midnight Moon Misery
Iscriviti a:
Post (Atom)