qualcosa aveva distolto la sua attenzione. Un movimento veloce e aggraziato, a poca distanza da lui. Aveva sollevato lo sguardo e aveva visto.
Di fronte a sé, sospesa nello spazio vuoto sopra gli altri musicisti, l’immagine evanescente di uno
scheletro volteggiava eseguendo i movimenti ritmici della Danza Macabra, in una grottesca nevicata di perfetti, meravigliosi cristalli di neve. Non ne era rimasto stupito, né spaventato.
Osservava stordito, con distaccata curiosità, le evoluzioni di quella figura come se fosse qualcosa di
conosciuto e inevitabile.
Aveva rigirato il corpo del violino tra le mani, ipnotizzato dai passi dello scheletro, e aveva appoggiato la guancia allo strumento. Si era accorto in quel momento che le dita della sua mano sinistra erano insensibili e rifiutavano di muoversi sul manico con la consueta agilità. Anche la mano destra era meno sicura del solito: l’archetto tremava impercettibilmente, a pochi millimetri di distanza dalle corde."
Tratto da "Danza Macabra", il mio racconto che potete trovare su Alia Evo 2.0
Inutile sottolineare, ma lo farò ugualmente, quanto mi renda orgogliosa l'onore di trovare un mio racconto assieme ad autori del calibro di Danilo Arona, Vittorio Catani, Consolata Lanza (una delle migliori autrici italiane, a mio modesto parere) e tutti gli altri. Mi auguro di essere all'altezza della qualità del lavoro di voi tutti.