sabato 19 luglio 2014

Le Complicazioni della Modernità


Eccovi l'estratto dal quinto ed ultimo capitolo dal titolo "Sottosera", contenuto ne "I Vampiri della Bassa", in uscita per Delos Digital. In questo ultimo racconto, i vampiri responsabili della vampirizzazione di Pedar tornano nel viadanese per tentare di piegare gli abitanti alla loro bieca volontà... ovviamente con risvolti per loro poco piacevoli ^^; Il racconto spiega anche come mai, sul cartello stradale che indica l'ingresso nel paese di Sabbioni, apparirà la scritta "Comune Devampirizzato".

http://delos.digital/9788865306734/i-vampiri-della-bassa

"Già che le robe erano così, il sindaco aveva deciso che era meglio fare un’eccezione per quella volta lì, che star lì a spiegare a Pedar che la posta adesso è anche elettronica e non c’entrava niente con l’allevamento dei suini gli pareva un po’ troppo rischioso.
Pedar aveva lasciato le sue carte ed era uscito dal comune bello contento che cantanva come un merlo, quando una ragazzina conciata come una giostraia(1) lo aveva fermato. Era tutta vestita di nero, bianca come un morto , ci aveva delle calze che sembravano la rete per andare a pescare i pescigatti e in faccia era pitturata come il portone nuovo dell’officina del Gino.
«Signor Pedar! E’ lei? E’ il famoso “Vampiro della Bassa”?» aveva attaccato la ragazzina.
«Vèh nani, vai a girare per spolverine(2) che oggi non è mica giornata!» ci aveva dato risposta Pedar, senza nemmeno fermarsi.
«No signor Pedar, aspetti. Sono un real vampire(3), e vorrei farle un’intervista per la nostra webzine Popolo della notte…»
La ragazzina ci aveva messo sotto al naso di Pedar un registratore. Pedar, che sapeva che alla gente ci vedi il cappello ma mica il cervello, si era fermato a guardarla male.
«Vèh ragazzina, sei stupida o mangi i sassi? Io di vicini(4) che si chiamano popolodellanotte di cognome non ne conosco mica. Ti ho detto che non ho mica tempo per le tue stupidate!»
La ragazza era rimasta un po’ confusa per via della traduzione approssimativa di Pedar, che di sicuro non poteva sapere cosa fosse una webzine. Però si dice che è meglio una buona faccia di una trista porzione e seguendo questo consiglio popolare, la ragazzina aveva deciso di insistere.
«La capisco, ma guardi… noi ci occupiamo di subculture conteporanee e lei, essendo un vampiro…»
Pedar l’aveva guardata di nuovo, ormai convinto che a quella lì ci calasse un po’ di grammi di cervello per arrivare al chilo tondo.
«Qua di vampiri non ce n’è mica, e se vuoi fare il sub è meglio che vai al mare, che sotto ai bacini della bonifica non c’è mica niente da vedere!»
«No, ma io volevo chiederle solo un’intervista e…»
«No, non sono mica interista. E adesso prendi su per la tua strada che mi hai già stufato! C’è mica niente da grattare qua!»
Distanziata anche quella seccatrice lì, Pedar era tornato dritto a casa. Lungo l’argine di San Matteo, d’intanto che guidava il furgone, si era visto superare da una macchina che pareva un tribunale e che andava dritta come una schioppettata verso Sabbioni.

Appena che era arrivato a casa, Pedar si era messo a leggere il giornale d’intanto che la Maura apparecchiava la tavola coi piatti. Pedar aveva appena fatto in tempo a raffreddarsi dall’arrabbiatura per via del fatto del maiale quando qualcheduno aveva attaccato a suonare con insistenza il campanello. La Maura era andata in cantina a prendere il bottiglione del lambrusco e così si era alzato lui, aveva aperto la finestra e senza nemmeno guardare chi fosse davanti alla porta, lo aveva liquidato con un “non compro mica niente”. Appena arrivato di nuovo sul divano aveva preso il giornale e non era mica vero che avevano iniziato a suonare ancora? Pedar si era alzato ancora, piuttosto inverso stavolta, aveva aperto di nuovo la finestra e aveva guardato male il soggetto che stava fuori col dito puntato sul campanello di casa.
«Fai conto di bruciarmi il campanello? Ti ho detto che non compro niente!»
«No senta sono un giornalista e vorrei parare con il Vampiro della Bassa, è lei?»
«Non compro niente e non ci ho niente da dirti.»
Pedar avvea richiuso la finestra in mezzo a due o tre biastume, si era seduto ancora sul divano quando il campanello della porta aveva attaccato a suonare per la terza volta. A quel punto lì. Pedar era indeciso se andare verso il taccapanni, dove teneva la mannaia bella pronta per le emergenze come quelle, o restare attaccato alla tradizione. Alla fine, la tradizione l’aveva spuntata e Pedar era andato sotto il portico, aveva brancato il piccone ed era uscito.
«Allora: te ne vai o devo darti una sberla con questo qua?»
Onutile dire che il giornalista se l’era filata tanto di corsa da averci bruciato perfino il sentiero dell’aia. Bello che soddisfatto, Pedar era tornato in casa, aveva pranzato e si era messo sul divano a fare un riposino fino a sera."

1) Nella Bassa si usa spesso la frase "at s'è cusa ammè na giustrèra" per commentare una donna dall'abbigliamento piuttosto inusuale o trasandato. 
2) Spolverine: traduzione italianizzata del termine “spulvrini”: ovvero i frutti delle canne che crescono selvatiche lungo i fossi. “Và par spulvrini” (vai per spolverine) è un gentile invito locale ad andare al paese dei campanelli, offensivo in quanto una volta erano i più poveri a guadagnarsi il pane raccogliendo le canne palustri selvatiche e lavorandole per farne piumini per togliere la polvere (da lì il nome “spolverine”) che venivano poi venduti.
3) Real Vampire: persone che decidono di vivere come i vampiri letterari o cinematografici, talvolta dormendo di giorni e vivendo di notte e, in alcuni casi estremi pure se non provati, bevendo sangue umano. 
4) Gioco di parole basato sull’assonanza della parola inglese webzine (contrazione di web-magazine, ovvero periodico pubblicato solo via internet) e il dialettale vsàin (vicino di casa).

Il romanzo è ora disponibile nella nuova edizione Delos Digital.

Leggi l'anteprima dei racconti:


Per saperne di più:
Premio Cittadella 2015
Articolo "Il Sole 24 Ore"
Articolo "Gazzetta della Bassa" 
Recensione a cura di "Mi Trovi tra le Righe"