giovedì 11 gennaio 2024

Bugie e Verità

Le bugie che raccontiamo a noi stessi devono essere ripetute più e più volte affinché possano essere credute. La verità basta dirsela una volta soltanto per non poter più tornare indietro: dopo quel limite, esiste solo la finzione.

È per questa ragione che la natura umana ama mentire: a sé stessa prima e agli altri poi.
Ed è per la stessa ragione che la verità è merce costosa che tutti dicono di cercare, che ben pochi sono disposti a comprare e che quasi nessuno offre.
 

mercoledì 10 gennaio 2024

Del Perfezionismo e di altri Demoni

-Del perfezionismo è quella cosa che non esiste e che molti di noi hanno eletto a divinità. Peccato si tratti di una divinità bugiarda, inafferrabile e sadica alla quale nulla importa dei tuoi sacrifici.-

Leggo stamattina il post di un mio contatto, uno dei numerosi psicoterapeuti che seguo sempre con interesse.
-Il momento giusto non esiste, ma esiste il coraggio di iniziare.-
Uno strano caso di sincronicità poiché, affetta da perfezionismo cronico, spesso tergiverso alla ricerca di questa fantomatica chimera chiamata "momento giusto".
Il momento in cui mi sentirò così, in cui quest'altra cosa sarà a posto in quest'altra maniera. In cui avrò questo e quello strumento in mio possesso; in cui l'ago della bilancia si fermerà su questa cifra; in cui le mie energie fisiche e psicologiche saranno a questo livello e via, tutta una serie di parametri che più si accumulano uno sull'altro, più andranno a formare un quadro di riferimenti impossibile da creare.
Una mera idea astratta, questo -momento giusto-: un animale che vorremmo catturare e che più viene avvicinato più balza in avanti, mettendo ulteriore distanza tra noi e lui.
Mia madre, veronese, è solita dire "A un bòn soldà, ogni arma ghe fà". A un buon soldato, ogni arma è confacente.
Così mi rendo conto che occorre iniziare ora, come si è e con ciò che si possiede.
Perché il momento giusto, appunto, non esiste. Se non nella nostra testa.
E perché, soprattutto, il perfezionismo è quell’altra cosa che non esiste e che molti di noi hanno eletto a divinità. Peccato si tratti di una divinità bugiarda, inafferrabile e sadica alla quale nulla importa dei tuoi sacrifici.
 
In foto: il labirinto vegetale di Villa Pisani.
 

lunedì 4 dicembre 2023

La Giornata Mondiale della Disabilità

Ieri è stata la giornata mondiale della disabilità. Qualsiasi cosa significhi, me la sono persa.

Dico "qualsiasi cosa significhi" perchè ho l'impressione che ci siano giornate mondiali di serie A e giornate mondiali di serie B. Quelle di serie B portano minor introito politico.
Ecco, io faccio parte della categoria. 
 
 
Si vede? Non si vede? A volte sì, a volte meno. A volte devo porre ogni riserva di energia nella fatica di mettere un passo dopo l'altro; a volte a malapena la malattia si nota.
Artrite reumatoide, spondilite, polineuropatia ma a lentissima evoluzione.
 

Ieri non ho scritto niente.
Ho deciso di adattarmi alla media. Pochi si sentono coinvolti dal problema.
Qui iniziano le domande che mi pongo.
La malattia è un fattore così sconosciuto, avulso dalla vita di chiunque? Oppure è più qualcosa di sinistro, al quale meno si pensa e meglio è e nei confronti del quale scattano dinamiche di espulsione?
Non lo so quanto siano utili queste giornate. Io credo non lo siano un gran che. Ci si prova, ed è lodevole lo sforzo di farsi -capire-; ci si accontenta. Che farsi com-prendere è un concetto ancora parte delle terre d'utopia.
Ma forse è meglio l'esempio. Il far capire che non si tratta di "noi" o di "voi", che tra il "noi" e il "voi" a volte è davvero questione di una diagnostica malfunzionante, del momento in cui si svolta una curva o di predisposizione genetica e fattori attivanti.
Far capire che la vita è una, e che tutte queste situazione sono parte integrante dell'essere Umani. Che non v'è alcuna distinzione netta tra -questo- e -quello-, se non in un percepito culturale che va cambiato. Non per migliorare la vita "di chi è disabile", ma per rendere migliore la vita di tutti.
 
 
 
Ecco, io sono questa e quella. Io e le mie mani. La mia vita che va in un senso e poi nell'altro. E' dinamismo anche questo. In questi estremi ci si muove; in questo movimento, con un buon livello di consapevole sforzo, ci si evolve. ♥

sabato 25 novembre 2023

La Memoria Storica del Cuore

Stamattina, nel riordinare i miei appunti, ho rivisto nel passato una me stessa diversa. Una Chiara a colori, della quale vorrei conservare, per non soffrirne troppo, un mero ricordo razionale. Della quale vorrei sbiadire tutto il resto e insieme alla quale invece, mio malgrado, tutto sento: nella carne, nelle ossa e nel cuore.

Attraverso una di quelle Notti dell'Anima; così almeno io sento questi passaggi. Fasi depressive che si alternano a momenti felici come il mantice del respiro. Succedeva anche a Marie Louise Von Franz, e un poco, lo ammetto, mi conforta.
Penso che una malattia cronica e degenerativa non è solo affare da destinarsi al nostro involucro di carne e ossa; ma affligge anche la mente. Vi piaccia oppure no, non siamo solo mente o solo corpo. La scissione tra queste due istanze è sintomo di una qualche forma di stortura.

Penso a come i ricordi abitino la totalità di noi stessi, quando sono costantemente rivissuti, mantenuti quindi in vita. Si rinnovano di continuo nella memoria del corpo e in quella delle emozioni; solo alla fine, a volte ma non sempre, abitano l’ultima stanza, che è quella della mente.

Un ricordo della mente è un ricordo che resta unicamente appeso al filo del razionale: è solo una memoria residuale, un fantasma di quel che è stato.
L’ho capito esplorando tutti i modi che ho di correre all’indietro nel passato, di far fluire il circuito della memoria.
Gli altri ricordi, quelli vivi, sono le necessarie fondamenta alla base della casa che abitiamo e abiteremo, alla base quindi anche del futuro.

C'è chi non la pensa così. Si dice di no, che ciò che è stato non ha più necessità alcuna di essere ancora. Forse. Ma quella è l'inutile appendice della memoria residuale, quella rimasta ad abitare solo gli spazi del razionale. Un rivolo cristallizzato, una mera fotografia senza alcuna retroattività.

I ricordi vivi, invece, sono quelli che ancora sentiamo nel corpo sotto forma di dolore, di brividi sulla pelle, di sensazioni tattili; che restano immagazzinati nell’anima come serbatoi di gioia o di dolore. Quelli sono la memoria storica del cuore, non solo strettamente necessaria ma indispensabile alla costruzione del futuro.

Ricordi che vanno curati, messi a dimora come germogli, se sono messe e semente di momenti belli.
E ripuliti, potati, decomposti, ridotti a humus e amorevolmente ricollocati in un terriccio finalmente accogliente, morbido e fertile, se sono la traccia indelebile del dolore e della sofferenza.

Empatia, anche per sé stessi.
Perchè l’empatia non è amore fantasticato. L’empatia è amore sentito, che nulla ha a che vedere con le chimere.

 
Nella foto: uno dei miei diari e due regali...

 

giovedì 26 ottobre 2023

Grazie, San Matteo

Mi sono resa conto all’improvviso, oggi, di non avere fatto, come mi ero ripromessa, un resoconto della presentazione di Sniffo Kerosene, alla biblioteca di San Matteo. Complice una brutta influenza che mi ha tenuta a letto una settimana buona, quasi senza avere la possibilità di alimentarmi e di bere.

È stata una serata faticosa, poiché non mi sentivo affatto bene. Da quasi due anni la malattia è tornata a farsi sentire, obbligandomi a una significativa perdita di equilibrio. I miei passi si sono fatti esitanti, e il mio incedere claudicante e indeciso.
Camminare diventa riedizione dell’opera di quel triste burattinaio che talvolta pare essere il destino.
Il fato però, insisto, non è questo.
Recidiamo quei fili! Possiamo andare avanti da soli.
Nel fatalismo v’è misconoscenza di sé, come spiegava Carl Gustav Jung: occorre rendere cosciente l’inconscio, oppure sarà esso a guidare la propria vita, e noi lo chiameremo destino.
Ciò resta valido anche quando è la salute a farsi chiamata alla ricerca di Significati. Una caccia a quegli invisibili tesori dell’Anima alla quale non intendo, nemmeno per questa volta, sottrarmi; conscia di aver ricevuto nella mia vita molte Vocazioni e di avere risposto a ciascuna assieme alla conseguente necessità di pagarne il prezzo.

Quella di Venerdì 20 Ottobre è una serata che mi è rimasta nel cuore, non diversa da quell’altra, di tanti anni fa, in cui fu la piccola Comunità di Sabbioni ad accogliermi con immensa generosità e tutto il proprio calore. La Comunità di San Matteo non è stata da meno.
In entrambe le occasioni, eravate tantissimi.
La felicità è stata il sentirmi così parte, così radicata nel Terreno della mia Infanzia; della mia Famiglia, della mia Comunità

Che bella serata, che è stata. Che gioia. Un parlare tra amici, scambio, allegria. Mi avete fatto domande, io ne ho poste altrettante a voi.
Ringrazio, quindi.
Marco Rovina, il protagonista di "Sniffo Kerosene" che mi ha donato la propria storia affiché io potessi farne racconto, per avere accettato di essere lì con me a dividere la serata.
Per la vostra generosità nell’avermi accolta; per la perizia con la quale Debora Marchi e gli Amici della Biblioteca hanno organizzato l'evento.
Per le nuove conoscenze e per avere rinsaldato quelle antiche e solide di anni.

Per i doni. Tutti i doni, materiali solo all'apparenza.
Libri che accolgono la preziosissima memoria storica del Territorio tra racconti, poesie e l'affresco del catino absidale della Chiesa, che tanto è parte della mia famiglia poichè ne ritrae alcuni componenti. Poi le foto, l'orchidea e soprattutto la vostra partecipazione. 
Per tutti voi che eravate lì.

Spero di avere qualcosa di nuovo da proporvi, nei prossimi mesi. E mi auguro che da questa serata altre ne derivino.
Chiedo perdono, anche.
Per la mia discontinuità nello scrivere e nel proporvi la mia rilettura del nostro Mondo Piccolo, come lo chiamava Guareschi.
Portare avanti una malattia degenerativa è il mio primo lavoro, e a questo purtroppo devo gran parte del mio tempo. Per questa ragione, scrivere è la mia forma di libertà.

Grazie San Matteo.
Il Paese.
Quello che ha costruito la prima, fondamentale, porzione del mio Paesaggio Interiore.

 
Alla prossima volta.
Promesso.

giovedì 19 ottobre 2023

Articolo de "La Provincia" di Cremona

La storia. Da bambino senza paure a paracadutista

Pronta l’avventurosa biografia dell’imprenditore di Ponteterra che si lancia dal Migliaro

SABBIONETA - Un bambino così spericolato non poteva, crescendo, che diventare un appassionato di un’attività talmente eccitante da togliere il fiato: paracadutarsi da un aereo partito in volo dall’aeroporto Migliaro di Cremona. È la vicenda dell'imprenditore sabbionetano Marco Rovina raccontata nel libro ‘Sniffo Kerosene-Piccola storia della Bassa Viadanese’ (Tabula Fati edizioni ) dalla scrittrice di San Matteo Chiara Negrini. Il volume sarà presentato venerdì proprio a San Matteo delle Chiaviche, alle biblioteca comunale, alle 21. «Ho conosciuto Rovina al Migliaro, che anch’io frequentavo per la mia passione per gli aerei da turismo, e sono rimasta affascinata dal suo spirito avventuroso, così ho deciso di raccontare una storia che intreccia i suoi ricordi di bambino con la scoperta del paracadutismo», spiega la Negrini. Il titolo del libro prende spunto dal logo personale che Rovina usa nella sua attività di volo (molti paracadutisti ne hanno uno), che a sua volta si ispira a un’avventura, o disavventura, vissuta da bambino. «Quando la madre trovò il piccolo Marco svenuto sul sedile posteriore di una Bianchina, inebriato dai fumi del kerosene», spiega la scrittrice. Il padre di Rovina aveva un’officina meccanica a Ponteterra, che per il figlio rappresentava una sorta di Paese delle meraviglie tra auto smontate e trattori da riparare, tra odori di olio e di carburanti che, invece di essere sgradevoli, finivano per piacere.

Ma non fu nell’officina che il bambino provò per la prima volta l’ebbrezza dei gesti spericolati. Un’impresa edile stava ristrutturando la casa in cui il piccolo viveva con la famiglia e lui guardava con curiosità il balcone senza ringhiera, sognando di lanciarsi come se fosse stato su uno di quegli aerei visti in Tv, ma naturalmente si sarebbe fatto male. «Finché un giorno proprio sotto il balcone fu scaricato un mucchio di sabbia e allora uno dei muratori disse al bambino: ‘Alùra, Marco. At dì c’at gh’è mìa paüra. A gh’è la sàbia adès, bòtat sò’. E lui si gettò», racconta la scrittrice. Qualche anno più tardi, ricordando quei giochi spericolati che lo avevano così affascinato, Rovina ha preso il brevetto di paracadutismo a Parma, per poi trasferirsi al Migliaro di Cremona da dove, nel corso dei decenni, ha effettuato tantissimi lanci. «E quando è tra gli aerei che fanno rifornimento prima del decollo, Marco chiude gli occhi e fiuta l’aria. È un odore conosciuto, che attraversa i suoi anni più belli». 


Il libro è disponibile a questo link 

mercoledì 23 febbraio 2022

In Ricordo di un Amico

Amo dello stesso bene che ti ho voluto
il vuoto che hai lasciato,
anche se questo vuoto è dolore.

E poichè questo dolore ha la tua forma,
io ne farò tesoro.
E' l'unico modo che conosco
per tenerti in vita.



"La vita e la morte sono un enigma che, unite ad un altro enigma che gli si confà, trovano un senso."

 

mercoledì 11 agosto 2021

Ascolto

E' nei non detti, nei silenzi e nelle negazioni che sta la verità, non nel contrario.
Ascoltare è comprendere cosa l'altro non dice. Osservare è capire cosa l'altro non fa.
Ci sono contenuti importantissimi all'interno di queste due negazioni.

Ho imparato  a mie spese a sapere ascoltare ciò che resta taciuto.

 

giovedì 29 luglio 2021

Sniffo Kerosene

Marco è un ragazzino come tanti che vive in un paesino nel Basso Mantovano degli anni Settanta. Curioso, vivace, con poca voglia di studiare, Marco è affetto dalla pessima abitudine di “sniffare” carburanti, olii minerali e qualsiasi derivato del petrolio si trovi nell’officina di suo padre. La scoperta dell’odore del kerosene, il richiamo costante del cielo e un rocambolesco salto nel vuoto segneranno l’inizio di una lunga avventura personale che porterà Marco, una volta adulto, a diventare un paracadutista.

È una storia vecchia. Una storia che parte dall’odore dell’officina dei suoi, vira verso un assurdo volo dal balcone per approdare a un qui e ora in tutte le sfumature del blu.



E' un momento per me impegnativo, per ragioni personali e perchè la mia salute ha di nuovo preso possesso del posto di comando alla guida della mia vita.
Mi trovo ad essere nocchiera di un'imbarcazione alla deriva, con un timone che non risponde alla volontà di imprimere direzioni; tra marosi e venti contrari.

Però... è sempre la mia Terra; è sempre la mia Bassa.
Che fa gli artisti e i matti, come Ligabue. E fa i Peppone e i Don Camillo e i Guareschi; e anche un po' i Nando al Terìbil e tutti quei personaggi di Paese che sono Storie vive e che camminano. Personaggi che trovate anche in questo romanzo.
La Bassa, con la sua immobilità apparente obbliga la mente a correre veloce: è quando c'è troppa calma che qualcosa, per contrappeso, deve prendere la piega contraria.
La Bassa obbliga la gente a essere diretta come il sole di agosto; tagliente come il gelo di certi inverni e contemplativa come i nostri nebbioni autunnali.
Dimmi dove lo trovi un altro posto così... Non c'è. È la Bassa.

lunedì 12 luglio 2021

Percentuali Diverse

Vivere è una cosa composta da un buon 80% di scocciature; un 10% di esperienze devastanti e un restante 9% di sforzo di volontà continuo per trasformare quel 10% in un 1% di felicità nemmeno garantito. Imparare a raccontare tutto questo è scrivere. Imparare a visualizzarlo in un'unica immagine è disegnare. Imparare a sentirlo è musica.