martedì 15 luglio 2014

Lo Sgagnatore Seriale

Un breve estrattino del racconto "Pedar, il Vampiro della Bassa", il primo capitolo del romanzo "I Vampiri della Bassa", vincitore del Premio Nazionale Cittadella 2015.


http://delos.digital/9788865306734/i-vampiri-della-bassa

La faccenda pareva si fosse complicata, nel paese. Mano a mano che il tempo passava, erano successe cose strane.
Una notte, quello che aveva cercato di mordere Giuvan era andato in un’altra casa e aveva provato a mordere un altro paesano. E la roba non era finita lì, che da quella notte in avanti era sempre successo qualcosa di simile.
Ormai nel paese era scoppiato il caso dello “Sgagnatore Seriale”. I giovani cercavano di fargli una fotografia, e pensavano di chiamare quelli della televisione che facevano Si.Es.Ai. o Mistero, per capire chi era sto Sgagnatore.
Il peggio, però, lo aveva avuto lo Sgnagnatore, che i mantovani della Bassa non sono gente da farsi spaventare da un qualsiasi cretino. Se da Giuvan aveva preso due sberle, il vecchio Nando gli aveva dato una badilata sulla faccia e la Natalina gli aveva mollato un calcio nel didietro.
Il Comune però, visti i tafferugli, aveva mandato alcuni Vigili e la Protezione Civile, per pattugliare la zona durante la notte e per dare un’occhiata ai cani, dato che qualcuno insisteva nel dire che lo Sgagnatore si era trasformato in un cane. Un brutto cane giallo, cattivo e piccolo. E la faccenda, coi Vigili, sembrava essere rientrata un po’ sotto controllo.

Pedar, invece, non stava meglio. Cresceva come il pane in tavola, il sole lo scottava e doveva andare in giro col tabarro anche se oramai eravamo a giugno. La Maura, disperata, metteva in tavola di tutto, ma Pedar non mangiava. Nemmeno il puccino o il bevr’in’vain, che era la roba che gli piaceva di più.
Andare a lavorare nella melonaia era una roba da matti, e il segno della canottiera e dei calzini non si vedeva più: ormai Pedar era tutto bianco. L’uomo si accontentava di andarci alla fine della giornata, quanto attaccava a venire sera: allora andava ad annaffiare, a zappare un po’ e tornava a casa attorno alle due della mattina. L’unica roba buona di tutta la fiera, era che le zanzare gli stavano alla larga come se puzzasse.

Era accaduto una notte che tornava a casa in biciletta, che uno dei vigili lo aveva fermato perché prima lo accusava di essere un sospetto Sgnagnatore; poi, dopo che aveva visto che si trattava solo di Pedar, aveva tirato fuori la storia che gli mancava il fanale sul retro della bicletta. Tira e molla, è mia è tua, il Vigile si era stufato e voleva fargli la multa. E lì era successo un brutto lavoro, che il giorno dopo era andato in giro per tutto il paese: Pedar aveva affondato i denti nel didietro del vigile.

La Maura aveva avuto il suo daffare per mettere a tacere tutta la faccenda, perché il sospetto che Pedar fosse lo Sgagnatore Seriale, adesso, ce lo aveva anche lei.
Quando andava dal fornaio e c’erano le pettegole del paese che le domandavano di suo marito, lei rispondeva che Pedar aveva preso l’influenza, ma non c’era molto da fare. Il meglio che si sentiva in paese, era che Pedar avesse un esaurimento nervoso. E per fortuna non si sapeva in giro che Pedar dormiva di giorno, in cantina, in mezzo ai salami, e che non riusciva più a mangiare.
Che avesse mandato a quel paese il prete si sapeva, ma non c’era nulla di nuovo, che per Pedar mandare a quel paese il prete era come fargli gli auguri di Buon Natale.
La Curnacia aveva spiegato alla Maura che quello che era successo col vigile, era un riflesso condizionato del fatto che Pedar per primo era stato morso sul culo da un vampiro, e che quindi ora si stava trasformando.

In mezzo a tutto quel casotto, era successo che lo Sgagnatore non si era più fatto vedere, ma qualcuno aveva iniziato a girare per i pollai. Il pollaio di Pedar era stato il primo: il Diego, il figlio, aveva trovato il pollaio vuoto, una mattina che era andato a dare da mangiare alle galline. Poi era toccato a quello di Bruno il commerciante di porcellane, a quello della maestra Bice e perfino a quello del prete.
Allora, fino a quando qualche buontempone provava a mordere la gente, due sberle e un l’alzata di spalle e di problemi non ce n’era. Ma adesso erano andato a toccare i pollai, e la gente non era molto ben disposta all’idea di farsi portare via le galline senza dire nulla."



Il romanzo è ora disponibile nella nuova edizione Delos Digital.

Leggi l'anteprima dei racconti:

Per saperne di più:
Premio Cittadella 2015
Articolo "Il Sole 24 Ore"
Articolo "Gazzetta della Bassa" 
Recensione a cura di "Mi Trovi tra le Righe"
Copertina di Andrea Gatti