lunedì 4 dicembre 2023

La Giornata Mondiale della Disabilità

Ieri è stata la giornata mondiale della disabilità. Qualsiasi cosa significhi, me la sono persa.

Dico "qualsiasi cosa significhi" perchè ho l'impressione che ci siano giornate mondiali di serie A e giornate mondiali di serie B. Quelle di serie B portano minor introito politico.
Ecco, io faccio parte della categoria. 
 
 
Si vede? Non si vede? A volte sì, a volte meno. A volte devo porre ogni riserva di energia nella fatica di mettere un passo dopo l'altro; a volte a malapena la malattia si nota.
Artrite reumatoide, spondilite, polineuropatia ma a lentissima evoluzione.
 

Ieri non ho scritto niente.
Ho deciso di adattarmi alla media. Pochi si sentono coinvolti dal problema.
Qui iniziano le domande che mi pongo.
La malattia è un fattore così sconosciuto, avulso dalla vita di chiunque? Oppure è più qualcosa di sinistro, al quale meno si pensa e meglio è e nei confronti del quale scattano dinamiche di espulsione?
Non lo so quanto siano utili queste giornate. Io credo non lo siano un gran che. Ci si prova, ed è lodevole lo sforzo di farsi -capire-; ci si accontenta. Che farsi com-prendere è un concetto ancora parte delle terre d'utopia.
Ma forse è meglio l'esempio. Il far capire che non si tratta di "noi" o di "voi", che tra il "noi" e il "voi" a volte è davvero questione di una diagnostica malfunzionante, del momento in cui si svolta una curva o di predisposizione genetica e fattori attivanti.
Far capire che la vita è una, e che tutte queste situazione sono parte integrante dell'essere Umani. Che non v'è alcuna distinzione netta tra -questo- e -quello-, se non in un percepito culturale che va cambiato. Non per migliorare la vita "di chi è disabile", ma per rendere migliore la vita di tutti.
 
 
 
Ecco, io sono questa e quella. Io e le mie mani. La mia vita che va in un senso e poi nell'altro. E' dinamismo anche questo. In questi estremi ci si muove; in questo movimento, con un buon livello di consapevole sforzo, ci si evolve. ♥