sabato 11 luglio 2015

Di Relitti e Vecchi Fantasmi

Ci sono periodi in cui non puoi fare a meno di aspettare.
Nessuno dei settori in cui per comodità dividamo la vita va avanti, nessuno. Momenti che somigliano a pomeriggi di piena estate sulle rive di un fiume. Con il sole a picco sulla testa, ombre assenti e il cielo così limpido da sembrare una solida lastra di lapislazzuli.
E' qualcosa che tutti abbiamo sperimentato: ci si sente come storditi, la luce è così forte da accecare e il riverbero non consente di vedere alcun dettaglio. Si percepisce solo un'immagine vaga, dai contorni sfumati come un dipinto impressionista.
E' il paesaggio sulla spiaggia dello Straniero di Camus e il piatto Deserto di Buzzati. E il fiume non segue la volontà degli uomini: per quanto si faccia e ci si dia da fare e ci si agiti, l'acqua resta stagnante. Immobile.

In quei casi, ogni movimento va a tuo rischio e pericolo: quello di scoprire antichi relitti dimenticati, abitati da qualche vecchio fantasma. Per questo di solito i peridi di immobilità ci fanno paura.
E' stato così l'ultimo mese: dopo la tempesta è arrivato il periodo di bonaccia. Attesa di risposte: personali, da parte di case editrici.
Immobilità e vecchi fantasmi.
Sono riuscita per poco tempo a restare ferma. L'inerzia non mi piace. In quel fiume, mi ci sono tuffata. E ne ho recuperato un bel po' di materiale.
Alcune cose le avevo gettate via di proposito, me le ricordo e ricordo il momento in cui ho deciso di lasciarle affondare. Altre sono cadute in acqua a causa dei giri della vita.
Alcune sono rimaste sommerse solo per pochi mesi, altre erano lì forse da secoli, ormai incrostate di alghe e coralli e creature d'acqua. Tutti reperti che metto da parte, che assemblo per dare vita ad altro. E' questo il lavoro che si fa durante l'attesa. Ho tanto materiale ripescato e messo da parte. Devo lasciare che mi racconti qualche storia, riuscire a ricostruirne la struttua e raccontarla a chi avrà voglia di ascoltare.

E in settimana, finalmente, ho smesso di aspettare.
Un Vampiro e una Danza di Ossa hanno trovato casa. Una commedia e un dramma. Due fiumi: Il Po e un Fiume immaginario.
Per il primo, ci si rimetterà al lavoro. Una nuova avventura andrà ad aggiungersi a quelle che molti di voi hanno voluto farsi raccontare.
Per il secondo, attendo curiosa la fase di editing: un lavoro da scultore, di lucidatura e rifinitura. Un'operazione che mi piace, perchè la visione dell'editor riesce sempre a farti ri-conoscere il tuo lavoro in una luce diversa, più completa.

La corrente torna a scorrere.


 ♫ Charles Camille Saint-Saens: Danse Macabre

sabato 4 luglio 2015

Vintage

Un vecchio acquerello che avevo fatto per esercitarmi. Ho voglia di tradire per un po' la Wacom e tornare a carta e pennelli. :)


♫ Dead Can Dance: Children of the Sun

venerdì 3 luglio 2015

In ordine sparso

"Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità."
Kahlil Gibran

E’ una bella estate. Nonostante l’ultimo anno, nonostante l’intervento chirurgico, l’ennesimo, e i 6 mesi che sono stati necessari per il recupero: una riabilitazione lunga, dolorosa e difficile, nella quale ho messo così tanto impegno da riuscire ad addormentarmi mentre stavo seduta a pranzo, quando ero ancora in ospedale. Nonostante gli ultimi imprevisti strascichi. Appunto: gli ultimi. Piaccia che sia così perché non sono il tipo di persona che permette alla conseguenza difficile di un evento, nesessario e indispensabile, di cambiare troppe carte in tavola.
Anche se nei confronti dell’ottimismo sono sempre diffidente: non riesco mai a esserlo fino in fondo. Penso “sì, andrà bene”, ma mi riservo sempre quel margine di salvezza, quel “potrebbe anche succedere il peggio”, quella lingua di sabbia all’orizzonte dei problemi alla quale puoi approdare se la tempesta si facesse troppo grande.
E’ la relazione privilegiata di chi ha attraversato molte strettoie.
Troppo superficiale pensare che tutto debba per forza andare per il meglio. Troppo incauto non riservarsi un’isola emotiva a cui attingere forza se le cose non andassero per verso giusto. Troppo artificiale. Troppo tipico di chi non ha mai affrontato troppi tornanti in salita e in mezzo a tempeste di neve.
Troppo.
Mi sono sempre ripromessa di non parlare della mia salute troppo apertamente, ma ultimamente mi risulta difficile. E’ tutto troppo invischiato con il quotidiano, con le questioni più semplici di ogni giorno, quello che sarebbe e dovrebbe e che, nella vita della maggior parte delle persone, è automatico dare per scontato.
Sono i momenti di analisi, il soppesare quello che ti accade, come condiziona la tua vita, in quale modo. Cosa puoi fare, come. Quali sono le prospettive che ti si aprono di fronte, quali quelle che si chiudono. Quali le “cose impossibili”, e quali di queste "cose impossibili" è possibile invece realizzare.
Scriverne? Utilizzare tutto questo materiale per un romanzo? Forse queste sono le prove generali. Forse non so bene dove vado ma è proprio lì che sto andando.
Ma non è solo l’estate, è la mia vita che mi piace.
Mi piace come ne sono uscita fuori. Mi piacciono gli accadimenti felici e quelli difficili, perché ogni cosa ti costruisce. Mi piace perché non è ridotta ai minimi termini della banalità, nè mai lo sarà. Mi piace con i suoi pro e i suoi contro, con le sue sfide perché ciascuna di esse ha contribuito e contribuisce a irrobustirmi l’anima. 
Mi piace perché ho fatto in modo che mi somigli, e perché non sono io a somigliare a lei. 
Un privilegio riservato a pochi, e di questo mi sento onorata.


(Girasoli nelle golene verso Gazzuolo. L'estate della Bassa è anche così.)

♫ The Cure: Want

giovedì 2 luglio 2015

mercoledì 1 luglio 2015

Hyperballad

Semina nuovi semi.
Irrobustisci vecchie radici.
Taglia i rami secchi.


I frutti arriveranno.  

♫ Bjork: Hyperballad

lunedì 29 giugno 2015

Sul Tempo e sulle Scelte

E' il tempo che decide se una scelta fatta è stata valida o perlomeno lo è stata nel modo che si pensava.


♫ Coldplay: Clocks

sabato 27 giugno 2015

Della Saggezza Orientale e della Musica Rinascimentale

Me lo ricordo bene il signore qui raffigurato. Assistemmo a un loro concerto ad Haddon Hall, alcuni anni fa. Musica Rinascimentale in uno dei castelli più belli e antichi dell'Inghilterra.
Fermò me e mio marito mentre camminavamo sul ponte che Jane Eyre attraversa nel film di Zeffirelli. Era in auto e aveva voglia di attaccare bottone, forse incuriosito dalla caparbietà della "giovane donna con bastone" che spossata, schiena a pezzi, gamba sinistra devastata e intervento ancora da fare, affrontava il percorso come si trattasse di un addestramento militare.
Aveva abbassato il finestrino e ci aveva chiesto da dove venivamo, quanto tempo ancora saremmo rimasti in Inghilterra.
Quest'anno niente viaggio all'estero. Vorrei dire "dopo gli ultimi due mesi", in realtà dico "dopo l'ultimo anno". E' stato un anno intenso, sia dal punto di vista personale che da quello lavorativo, non privo di obiettivi raggiunti e grandi soddisfazioni, ma mi ha lasciata stanca e desiderosa di tranquillità.
L'anno prossimo ho già un'idea abbastanza chiara di dove andare a recuperare il digiuno di esperienze di questa estate, ma me ne guardo bene dal dirlo.
Hanno ragione gli orientali, quando dicono che le parole dichiarate riguardo un  progetto, ne indeboliscono la forza per realizzarlo.

http://www.piva.org.uk/


♫ Ensemble Unicorn: Domna Pos Vos Ay Chausida

venerdì 26 giugno 2015

Scrivere il Silenzio

Una frase ben detta, ben scritta, un po' ruffiana. Una frase che colpisca il senso estetico di chi legge, che suoni bene, che faccia pensare a cose profonde. Poi magari non dice niente o esprime un'assurda bestialità ma non importa. Basta che sia bella e che faccia sentire importante chi la legge e ancora di più chi la scrive.
Le parole hanno un potere che chi scrive conosce molto bene. Ecco perchè evito gli esercizi di stile nel mio quotidiano e perchè quelli che esercito sulla carta sono invisibili.
Il Silenzio è più complicato ma ha il vantaggio di essere un codice compreso solo da chi ha un altro silenzio simile per decifrare il tuo.


♫ CCCP: Annarella